domenica 28 ottobre 2012

CIRCUMSCRIPTIO PHEUDI TERRAE CELIARUM DEL GALDO (3)

Veduta di Ceglie Messapica - foto presa dal Web
«Nel qual luogo s’è fissato lo squadro dimostrante la linea verso levante, che era contrassegnata da un muro diruto, lungo e continuato, per dove s’è caminato, misurando sempre tra macchie, sassi grandi, alberi di fragne, ghiande e lezze. E fatti passi 230 d’è incontrata la strada carozzabile  che da Ceglie conduce a San Vito delli Schiavi. E per detto parete diruto continuandosi verso levante il camino per passi 29 s’arriva in un’angolo che volge la linea per detto muro diruto verso tramontana, rimanendo la Difesa  dell’Innamorata da levante e la pezza della Nepita da ponente.

Cippo che segna il limite tra Ceglie e San Michele Salentino - Foto di E. Bellanova

 Poi per il qual muro diruto misurandosi passi 136 di linea retta ed altri passi 170 di linea curva inclinante al levante s’arriva ad un muro che comincia dalla parte di Ponente della linea del Feudo confinale e tira verso Levante, qual muro divide la Difesa dell’Innamorata da un bosco della Mensa Vescovile d’Ostuni. Quivi li suddetti Pietr’Onofrio Ciciriello ed Angelo Roma, esperti destinati ut supra, stando con l’assistenza e presenza delli sudetti Signori Dottori Vitale e Greco, Deputati; Tomaso Fedele e Giuseppe De Nitto, esperti, coll’assistenza del sudetto Magnifico Principalli, di consenso di tutti, han fatto sospendere la detta misura e compasso, volendo riconoscere posatamente il detto confine. Com’infatti, facendo eglino le più serie e mature riflessioni, per la loro espertezza, esperienza e perizia, hanno il detto confine riconosciuto, ed han confessato, come dichiarano e confessano in nostra presenza, che il sudetto muro, come sopra delineato è il vero termine e fine del Feudo di San Vito da loro chiamato volgarmente la Confine della Santovitese, che attacca e confina col detto Feudo di Ceglie; giacché da quel muro appunto comincia il Feudo di Ostuni, da loro volgarmente chiamata la Stonese ad attaccare dalla parte di levante il Feudo di Ceglie, per la linea confinale, che deve cominciare per la tramontana ed han denominato il detto bosco Parco di Monsignore, appartenente alla Mensa Vescovile di Ostuni. Di maniera che il detto punto è principio di muro è confine di tre Feudi, cioè del feudo di San Vito per Greco e Levante, del Feudo di Ostuni per Greco - Levante e del Feudo di Ceglie per Ponente e Maestrale. (…) ».
Contrada Masseria Palagogna
La misurazione venne sospesa per il tramonto del sole, dopo aver lasciato un segno sul punto prescelto, la Commissione si ritirò e la misurazione venne ripresa al mattino del giorno seguente, 18 novembre 1760.
Foggia di Palagogna
«…nel susseguente giorno de’ 18 novembre corrente anno 1760 ci conferimo alla Pezza detta della Nepita, territorio e distretto della Terra di Ceglie, corpo della Massaria di Palaogna, e propriamente nel luogo dove fa principio per la parte di ponente il muro divisorio, che divide tra di loro la Difesa detta l’Innamorata, appartenente alla Massaria detta Della Jena, che si possiede dalla Principal Camera di San Vito delli Schiavi ed il Parco detto di Monsignore, appartenente alla Reverenda Mensa Vescovil di Ostuni. Quivi trovansi presente tanto li Magnifici Don Nicola Principalli e Don Francesco Lopreste, Procuratori ut supra rispettivamente, quanto li Magnifici Dottori Vitale e Greco, Deputati Civili della Magnifica Università di questa suddetta Terra, colli sopradetti esperti, li medesimi volendo proseguire e continuare il camino dallo stesso luogo, dove la sera antecedente  s’era terminato, fecero riconoscere di consenso il segno dall’esperti medesimi lasciato. Com’infatti, in nostra presenza li medesimi trovarono il mucchietto delle pietre sopra detto muro, con sopra le frasche poste a segno di Croce, da essi detta Magnone, niente spostato, ma nello stesso luogo appunto dove essi medesimi l’avevano situato.
 
Acquaro di Natalicchio
E guardandosi dalli sudetti verso il vento di tramontana riconobbero la situazione e vollero, che nel punto di detto muro si fissasse lo squadro e dovesse aver per segno il vento sudetto. Per la qual linea caminarsi intersecando il detto bosco, o sia Parco di Monsignore, che restar doveva dalla parte di Greco-Levante e la pezza della Nepita (Feudo di Ceglie) dalla parte di Ponente e Maestrale. Da qual camino di consenso di tutte le sudette parti stabilitosi il Magnifico Principalli, in nostra presenza, ne fece in detto nome, assegnamento al Magnifico Lopreste, in nome e per parte del detto Signor Principe, presente. Perlocché fissatosi lo squadro dalli sudetti Magnifici Compassatori: Pichierri e Panariti, si cominciò la misura col compasso di palmi sette, ed ogni palmo d’oncie dodici, che fu per tale da detti medesimi Signori Deputati ed Esperti riconosciuto, e specialmente da esso Magnifico Principalli, e caminandosi e misurandosi per linea retta verso tramontana per muro diruto coverto di macchia e di alberi di lezze e ghiande, tra detto Parco detto di Monsignore, dalla parte di Greco-Levante e chiusa della Nepita da Ponente e Maestrale, dopo passi 398 s’è arrivato in un’angolo, che fa principio d’un muro divisorio e volta la linea verso ponente, terminando la confine del bosco di Monsignore e cominciando a confinare la linea i beni dell’Abbazia detta di Boccadoro, che confina il detto muro, per parte di Tramontana e la sudetta Pezza della Nepita, per parte di Gerocco.
Contrada Masseria Palagogna
Per la qual linea facendosi camino verso ponente sempre per il detto muro, che fa piede ed origine al Serro ed alla Murgia per una scoscesa, per macchie e pietre, si sono fatti passi 808 di linea retta e s’è arrivato ad un muro diruto, che fa termine ne l’altro demanio chiuso della pezza della Nepita e comincia il demanio aperto detto di Grotta Palazzata di Palaogna, da qual muro si cominciò a compassare ed a caminare per una dentata di pietre, che dinotano muro antico, coverto di macchie, spine ed alberi, e facendo passi 573 s’incontra una vora d’inghiottire acqua attaccata a detta dentata e dopo altri passi 40 s’incontra strada Regia, che da Ostuni conduce a Francavilla, dove termina il detto demanio di Grottapalazzata e ripiglia il demanio aperto della Massaria di Natalicchio da Gerocco, seguitando sempre da tramontana beni della Abbazia detta di Boccadoro. E caminadosi nell’istesso muro per passi 80 s’incontra la linea di un vestiggio di pentima sprofondata, attaccata da Gerocco a detto muro diruto, che detti esperti dissero chiamarsi li Palmenti di Natalicchio» (continua…) dg


domenica 14 ottobre 2012

CIRCUMSCRIPTIO PHEUDI TERRAE CELIARUM DEL GALDO (2)


Madonna della Grotta - foto di Michele Miccoli
Continuiamo la lettura del documento notarile del 1760, pubblicato nel 1997 a cura del Dr. ENRICO TURRISI, storico cegliese, per conoscere i confini del nostro territorio comunale.

«E cerzionati essi Signori Deputati ed esperti dell’Università predetta dell’assignazione, ut uspra fatta, tanto del principio del confine, quanto della linea del camino, riconoscendosi dall’esperti il luogo sudetto è stato approvato essere quello il termine donde vien confinato il Feudo di Ceglie delli Feudi di Francavilla e di San Vito per la parte di levante; ed in detto luogo fissatosi lo squadro alla fineta sudetta, che varcando la lunghezza del Vado del Lepre e Strada Regia da Francavilla ad Ostuni e principio del muro a crudo, che tira per la linea retta verso tramontana, dividendo li Feudi e possessioni, come sopra. Fissandosi lo squadro da detti Magnifici Compassatori s’è cominciata la misura del Compasso riconosciuto di palmi sette lungo ed ogni palmo d’oncie dodici Napolitane, caminando verso tramontana sopra la linea del muro assignato per territorj macchiosi dopo passi 435 s’incontra un muro meridionale divisorio, dove terminano li sudetti beni della Madonna della Grotta per la parte sudetta di ponente e cominciando per detta parte li demanj chiusi della Masseria della Sardella della Ducal Camera di Ceglie, continuando dalla parte di levante a confinare lo stesso Signor Salerno. Tra quali confini sempre per lo stesso muro e linea verso tramontana caminandosi per luoghi macchiosi e boscosi per linea tortuosa, facendosi passi 220 s’incontra dalla detta parte di ponente un altro muro divisorio che divide il sudetto demanio chiuso dall’altro anche chiuso detto di Spada Longa della medesima Masseria della Sardella: dal quel muro divisorio si camina sopra l’assignato parete per linea tortuosa ed inclinante a levante anche per macchie e pietre, si fanno passi 865 e s’incontra un altro muro meridionale, dove termina Spada Longa e comincia per detta parte di ponente la chiusa boscosa ed arbustata di fragne e ghiande detta Donnantonio, appartenente alla Masseria detta di Palaogna della medesima Ducal Camera, da dove per detto muro assegnato, e tra alberi e macchie, dopo passi diece 10, s’arriva ad una picciola valle, che termina il confine per mezzo delli beni del Signor Salerno dalla parte del Feudo di San Vito; dalla qual parte comincia la confinazione colla Difesa della Jena della Principal Camera di San Vito.
Ingresso Masseria Palagogna - Foto di Andrea Ferro
Da quivi continuandosi il camino sempre sopra la linea del detto muro assignato verso il vento tramontana, fattisi passi 220 di scesa e salita, s’incontra un passaturo coverto di macchie e spine, appartenente detto passaturo coverto alla detta Chiusa Donnantonio, interamente in Feudo di Ceglie; per il qual passaturo facendosi passi 351, termina dalla parte di levante la Difesa della Jena e comincia a far confine la Difesa detta Lagnano, appartenente alla Ducal Camera di Ceglie. E continuandosi il camino per il detto passaturo coverto di macchie, sempre per linea retta, sopra detto muro assignato, finisce di confinar la linea di detto passaturo e comincia la Chiusa del Forte di detta Ducal Camera da ponente. E fatti passi 110 finisce parimente la confinagione Lagnano per la parte di levante e ripiglia a confinare la Difesa detta dell’Innamorata della Principal Camera di San Vito per la parte di levante. Dal qual principio di nuova confinazione facendosi passi 232, tra dirupi, sassi, alberi di quercie e macchie, per linea curva inclinante verso levante, forma angolo, che torce la linea, tuorce a levante, rimanendo la detta Difesa Innamorata a gerocco ed il demanio chiuso della Pezza della Nepita, appartenente alla Masseria di Palaogna della Ducal Camera a tramontana» (continua)

Paesaggio cegliese-foto di Michele Miccoli

Considerazioni:
È molto difficile oggi seguire la descrizione del confine del territorio cegliese, a causa dei vari frazionamenti e per la trasformazione del territorio (a volte aggredito in maniera brutale)  fatta dagli stessi proprietari negli ultimi 200 anni. Cercando di comparare alcuni dati contenuti nell’antico Catasto del 1603 tenterò di offrire alcune minime riflessioni:



a) Il toponimo dell’attuale contrada Madonna Piccola è stato utilizzato agli inizi del ‘900, poiché quel territorio ricadeva nel demanio dell’allora Madonna della Grotta di proprietà del Capitolo di Ceglie;

b) il territorio della Masseria Sardella, stando al catasto del 1603, veniva denominato Arbore Santo e si estendeva per circa 142 tomoli, pari a 120 ettari;
Masseria Palagogna - foto di Andrea Ferri
c) il toponimo Palagogna è molto antico, forse risale all’anno 1150. Tra i sub feudatari del grande feudo normanno di Oria, nel quale ricadeva anche Ceglie, vi era la Famiglia Palahonia. Stando alle notizie riportate nel Catasto del 1603 il suo territorio si estendeva per circa 357 tomoli, pari ad ettari 302.

d) da notare il toponimo Lagnano (alcuni scrivono Agnano); verosimilmente esso richiama l’esistenza di un antico casale altomedioevale. Tale nome è conservato nelle mappe militari degli anni 40 del secolo scorso con la dicitura Agnano piccolo. Esso è equidistante dall’antico casale San Giacomo in Gualdo (attuale masseria San Giacomo) e dalla Masseria Madonna della Grotta.

e) una parte dell’attuale confine cegliese interseca il Comune di San Michele Salentino sino al bivio della strada Ceglie - San Vito dei Normanni.

f) di fatti, la Difesa dell'Innamorata sarebbe l'attuale comune di San Michele Salentino;


g) altro toponimo conservato in questo documento è "Difesa della Jena", toponimo che si trova nel documento in copia del 1120. Da questo punto, in quel tempo, s'iniziò a distinguere il confine di Ceglie da quello di Ostuni.
dg
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Tutte le foto le ho trovato sul Web. Per chi volesse vedere la "fineta" tra il territorio di Ceglie Messapica e quello di Francavilla Fontana può andare su questo link: http://goo.gl/maps/T3a5B